Anziani, Sud, stranieri, servizi a bassa innovazione e fermo manifatturiero: il nuovo scenario occupazionale italiano

Nel 2024 in Italia è cresciuta  l’occupazione di 352 mila unità (+1,5%). L’80% dei nuovi occupati ha però più di 50 anni. Più di un nuovo occupato ogni 10 ha addirittura oltre 65 anni. Il commercio assorbe un terzo dei nuovi occupati mentre il resto si distribuisce tra edilizia, turismo e ristorazione, PA, servizi pubblici, sanità e servizi di cura. Calano invece gli occupati nei servizi avanzati ICT, mentre manifatturiero e logistica hanno registrato incrementi minimi.  Oltre 4 nuovi occupati su 10 sono residenti nelle regioni meridionali. Ogni 10 nuovi occupati 4 sono stranieri. Per la prima volta in calo gli occupati italiani nel Nord Est.

Per capire dove sta andando il Mercato del lavoro in Italia e mentre escono i dati del primo semestre 2025 con un nuovo incremento occupazionale di 226 mila occupati rispetto al primo semestre 2024 , è utile ragionare con i dati a consuntivo 2024 utilizzando anche le ultime elaborazioni del Ministero del lavoro sui micro dati Istat 2024 pubblicati a Luglio 2025[1].

Il dato apparentemente di maggior impatto è la crescita occupazionale del  2024 con  l’Occupazione in Italia che è risultata in aumento del +1,5%: +352.316 unità rispetto al 2023, proseguendo nella scia positiva  in corso dal periodo post covid.

Dinamiche Settoriali

Il motore dell’aumento è individuabile nei servizi ad alta intensità di lavoro e nelle costruzioni, mentre alcuni comparti agricoli e parte dell’ICT sono arretrati. Il commercio, da solo, spiega, infatti, oltre un terzo della crescita: +127,8 mila occupati. Anche l’edilizia ha registrato un’espansione robusta (+76,5 mila). Buono anche il dato dell’HoReCa con alberghi e ristorazione che hanno aggiunto 31,5 mila occupati.

Anche il pubblico impiego e il perimetro dei servizi pubblici come la sanità e l’istruzione hanno contribuito in modo importante:  la  PA è avanzata di 25,9 mila posizioni mentre sanità, istruzione e servizi sociali hanno aggiunto 44,7 mila occupati. Nei servizi alle imprese e nelle attività immobiliari la crescita è stata più moderata (+17,5 mila) mentre per i servizi collettivi e personali comprendenti le professioni di cura, assistenza e prossimità, la crescita è stata pari a 30,4 mila unità.

Alcuni comparti, però, hanno frenato. L’agricoltura ha perso 27,6 mila occupati  ma anche l’ICT ha evidenziato un saldo negativo (–15,3 mila). Il trasporto e magazzinaggio sono restati sostanzialmente invariati (+0,3% complessivo). L’industria in senso stretto ha un saldo netto di +28 mila nuovi occupati. Sulla ampia base occupazionale di 4,8 milioni di occupati di questo comparto  il dato equivale ad una crescita del + 0,6%.

Distribuzione per nazionalità della crescita occupazionale e dinamiche settoriali

Da evidenziare anche le dinamiche delle diverse componenti nazionali del mercato del lavoro. Naturalmente il contributo maggiore alla crescita proviene dagli Italiani con una quota pari al 60,3% (+212.297) . Si tratta di una incidenza  molto inferiore al peso dell’occupazione italiana sul totale (89,5%). I Cittadini non-UE spiegano il 30,5% dell’incremento occupazionale (+107.486), mentre quelli di origine UE un ulteriore 9,2% (+32.534). Quasi il 40% dell’incremento occupazionale è quindi attribuito agli stranieri pur pesando questa componente poco più del 10% degli occupati (10,5%) e poco più del 9% della popolazione residente in Italia (9,2%).

La crescita dei 212 mila  occupati italiani nel 2024 (pari a +1,0%) è stata trainata soprattutto da commercio e costruzioni. Il commercio da solo ha assorbito circa il 51% dell’aumento netto (+108 mila), mentre l’edilizia ha contribuito per circa il 26% (+56 mila). Un apporto rilevante è arrivato anche da istruzione, sanità e servizi sociali (20%, +43 mila) e dalla Pubblica amministrazione (circa 13%, +28 mila). Più marginali, gli incrementi di nuovi occupati italiani nell’ industria in senso stretto (circa 6%, pari a +13 mila), alberghi e ristoranti (circa 4%, +9 mila), attività finanziarie e assicurative (+6 mila) e servizi alle imprese/attività professionali (+3 mila). A fronte di questi aumenti si sono registrati cali occupazionali tra gli italiani in agricoltura (–39 mila) e nell’ICT (–16 mila) e nel trasporto e magazzinaggio (–12 mila).

La dinamica occupazionale degli italiani è stata  trainata dai servizi privati di prossimità (commercio, turismo), dall’edilizia e dai servizi collettivi a base pubblica (PA, sanità/istruzione), mentre arretra oltre che nelle attività primarie anche nei servizi tecnologici e logistici.

Per quanto riguarda la componente  straniera, l’aumento complessivo degli occupati 2024/2023 (circa +140 mila, somma di UE +32,5 mila e non-UE +107,5 mila) è stata trainato da settori diversi per le due componenti. Tra i non-UE la crescita è spiccatamente concentrata nei servizi “labour-intensive”: alberghi e ristoranti, altri servizi personali, trasporto e magazzinaggio e commercio.

Per gli UE la mappa è più “manifatturiera-professionale” con  oltre due quinti dell’aumento si concentra nell’industria in senso stretto, seguita da costruzioni, istruzione/sanità servizi alle imprese e commercio

Rispetto alla dimensione territoriale

Il Mezzogiorno appare  come l’ambito maggiormente dinamico con +141.516 pari al 40,1% dell’aumento complessivo (con gli italiani in crescita del +1,8% ,  gli stranieri Ue del +9,1% quelli  non-UE del +10,2%). Il Centro con +94.217 rappresenta circa il 27% del totale della crescita mentre Nord Ovest e  Nord Est Crescono rispettivamente +91.681 e +24.902, rappresentando complessivamente  appena 1/3 della crescita occupazionale.

Se da un lato il Mezzogiorno contribuisce più di qualsiasi altra area alla crescita degli occupati con un incremento che ha riguardato tutte le nazionalità , da evidenziare nel Nord Est il calo nell’occupazione degli Italiani unica variazione negativa registrata territorialmente nel periodo in esame (-0,1%), comunque controbilanciata dalle componenti UE (+3,5%) e non-UE (+4,9%) che colmano e superano il calo.

Rispetto alle composizione per età

La crescita occupazionale dell’ultimo anno come ha sottolineato anche Istat nell’ultimo rapporto annuale e come già osservato in una nostra nota precedente è stata in gran parte trainata dai lavoratori più maturi (che hanno visto negli ultimi anni allungare l’età pensionabile e modificato il costo opportunità di andare in pensione prima del termine considerate le nuove regole che rendono sempre più onerose le uscite anticipate) : l’80% degli oltre  352 mila  nuovi occupati è formato da occupati con 50 anni e oltre tanto che nel 2024 questo gruppo è arrivato a  rappresentare ben il 40,6 per cento dell’occupazione totale, con  un forte incremento rispetto al 2019 (+12,5 per cento).

Considerando anche i dati medi mensili Istat sull’occupazione emerge inoltre come più di un nuovo occupato su 10 è ultra  65enne. Rispetto ai dati di crescita annuale (+352mila) si tratta di oltre 36 mila occupati anziani in più. Il loro  contributo  alla crescita dell’occupazione 2024 in Italia è stato maggiore di quello della componente sino a 34 anni.

[1] XV Rapporto Annuale: Gli stranieri nel mercato del lavoro in Italia – Ministero del Lavoro – Luglio 2025

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