Comunità, conoscenza e cooperazione: l’intervento di Mauro Di Giacomo alla conferenza “Combatting Desertification – Good Practices in Progress”

Il 25 giugno 2025 si è svolta a Roma la conferenza internazionale “Combatting Desertification – Good Practices in Progress”, organizzata da Religions for Peace Italia. Un appuntamento che ha riunito esperti, rappresentanti religiosi e attivisti per affrontare insieme, in un’ottica multidisciplinare e multireligiosa, una delle più gravi emergenze ambientali del nostro tempo: il degrado del suolo e la desertificazione.

Tra scienza e spiritualità: una visione integrata per rigenerare la Terra

Durante l’evento, ospitato al Focolare Meeting Point di Via del Carmine a Roma, è stato presentato il paper “Buone pratiche territoriali per affrontare il degrado del suolo e la desertificazione in Tunisia, Italia e nei Paesi in via di sviluppo”, curato da Religions for Peace Italia con il supporto della ricerca di Digivis. Un documento che raccoglie esperienze territoriali individuate in diversi contesti geografici, come esempi concreti ed efficaci di rigenerazione del suolo.

Nel corso della conferenza è intervenuto anche Mauro Di Giacomo, CEO di Digivis, che ha illustrato l’approccio metodologico e i principali risultati dell’analisi. Le buone pratiche raccolte e i dati analizzati dimostrano che la lotta alla desertificazione non può basarsi solo sulla tecnologia, ma richiede la collaborazione tra saperi scientifici e tradizioni spirituali, tra innovazione e cultura, tra Nord e Sud del mondo.

Buone pratiche: quando i territori diventano laboratori di futuro

Dalla Tunisia all’Italia, passando per numerosi Paesi del Sud Globale, le pratiche documentate mostrano soluzioni concrete: riforestazione, agricoltura rigenerativa, irrigazione sostenibile con energia solare, citizen science, biodistretti, gestione partecipata delle risorse idriche, valorizzazione dei saperi locali.

Sono interventi che mettono al centro le comunità locali, spesso con un forte coinvolgimento delle realtà religiose, e si fondano su valori condivisi come il rispetto della terra, la partecipazione collettiva e la trasmissione intergenerazionale della conoscenza. È la dimensione spirituale, oltre che tecnica e sociale, a rendere queste buone pratiche capaci di produrre un cambiamento duraturo.

Le esperienze raccolte sono state analizzate anche alla luce dei 13 principi dell’agroecologia della FAO, riconosciuti come riferimento chiave per la transizione ecologica. Questi includono la diversificazione, la resilienza, la co-creazione della conoscenza, la responsabilità sociale e la governance inclusiva. Le buone pratiche mappate ne rappresentano una traduzione concreta, e ne offrono una validazione empirica in contesti differenti.

Disseminare conoscenza per costruire consapevolezza

Oggi, quasi un cittadino europeo su due dichiara di non avere informazioni chiare sui temi legati alla scarsità d’acqua, alla salute del suolo e alla perdita di biodiversità. Questo dato sottolinea l’urgenza di una comunicazione efficace e accessibile: disseminare conoscenza, condividere esperienze e rendere visibili le soluzioni è il primo passo per costruire una cittadinanza attiva e consapevole.

“Promuovere la pace significa promuovere la gestione sostenibile delle risorse”, ricordava Wangari Maathai. L’intervento di Mauro Di Giacomo ha ribadito proprio questo: che la rigenerazione del pianeta parte dalle persone, dai territori, dalle reti di collaborazione tra mondi diversi. Conoscere per agire. Informare per trasformare.

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